Tuesday, March 30, 2010

Pensieri di uno scrittore italiano (1a)

Dott. Antonio Castaldo, sociologo e giornalista Brusciano, Italia

" Il Cinquantennio dell’emigrazione Italiana in Germania. Ricordo di un Gastarbeiter “lavoratore ospite”. (2)

(Continua da Pagina: 1)

Ricordo di un viaggio in Maggiolino, da Wolfsburg a Bremen e viceversa, per un concerto dei Genesis. Ero in compagnia di un amico pugliese il quale da Brindisi aveva risalito la nostra Penisola, per poi raggiungere il nord-est tedesco, con una Cinquecento che cedette infine ad un interessato concessionario ricevendone in cambio un Käfer.

Il successo industriale tedesco quindi è anche figlio di tanti operai italiani. Ma come si presente oggi la situazione? Assai interessante è la lettura di dati e condizioni dell’emigrazione italiana in Germania a cinquant’anni dal suo inizio (1955-2005) nella preziosa fonte trovata dello studio di Anna Maria Minutilli, dottore di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Aachen. “La collettività italiana in Germania: Una sfida ancora aperta”, è presente in estratto sul sito www.bekar.net - www.giornalistiitalianinelmondo.

In questa ricerca si presenta l’emigrazione distinta in tre generazioni. La prima, dopo una vita di lavoro e sacrificio nella ricostruzione e nella crescita dell’economia tedesca, ora è tentata dal ritorno in Italia mentre avverte una certa instabilità del nuovo ruolo sia familiare e sia sociale.

La seconda generazione di italiani avverte il precariato e le minacce di insicurezza nel mondo del lavoro per la crisi economica che da tre anni investe anche la florida Germania.

Giunti alla terza generazione si incontrano i giovani che hanno acquisito l’abilità linguistica ma pagano una limitata formazione professionale e nel caso di una migliore scolarità scontano la scarsità delle offerte di lavoro ed i non lunghi periodi di occupazione. Anche qui ritroviamo, secondo lo studio di A. M. Minutilli, incertezze e precarietà.


Dal 1990 al 2002 sono emigrati in Germania circa 2 milioni di lavoratori in gran parte polacchi e rumeni. Gli italiani sono oggi circa 600.000, pari all’8,3% della popolazione. Il tasso di disoccupazone italiana è del 19,2% quasi il doppio di quello tedesco pari al 10,3%. Caduto il muro nel 1989, avvenuta la riunificazione tedesca, iniziati i grandi lavori nella Berlino capitale si è avuto un maggior afflusso migratorio dai paesi dell’est, calando quello proveniente dai paesi mediterranei. Dall’Italia nel solo 1995 sono giunti comunque 48.000 lavoratori, mentre per l’anno 2002 sono stati contati almeno 25.000 nuovi arrivi. La comunità italiana “appare caratterizzata da una forte presenza maschile (59,3%), connazionali che vivono in questo paese d’accoglienza da oltre 30 anni e da una discreta quota di giovani nati in loco (28,2%). Ci sono circa 71.500 scolari italiani: molte sono le presenze nella scuola dell’obbligo e in quella differenziale, poche alle superiori”. Tra i Paesi dell’Unione Europea siamo il più rappresentato e a Wolfsburg in Bassa Sassonia nella fabbrica della Volkswagen gli italiani rappresentano il maggior numero di operai stranieri. A Berlino, invece, troviamo con l’indagine della Minutilli una presenza più giovanile con diplomi e lauree alla ricerca di esperienze culturali, artistiche, lavorative e di vita in generale senza la spinta delle esigenze economiche che hanno caratterizzato le altre fasce migratorie.

In questa attraente metropoli internazionale in pieno sviluppo i nostri connazionali hanno aperto diverse attività autonome soprattutto nel commercio dell’abbigliamento e nella ristorazione che da sola impiega il 59% di essi . A Berlino sono presenti oltre 12.600 italiani circa 800 ristoranti-pizzeria e molte sono anche le gelaterie. Un cameriere arriva a guadagnare circa 2.000 euro al mese, comprese le mance, lavorando in un locale di buon livello.

Alla Prossima: (3)

Contatto: miriammedina@earthlink.net or miriam@thehistorybox.com
.



No comments: