Tuesday, April 13, 2010

Pensieri di uno scrittore italiano: (4a)

dott Antonio Castaldo, Sociologo e giornalista, Brusciano, Italia

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"Scheda Storico-Culturale: Brusciano, Italy"

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Altro importante monumento è la vecchia Sede Comunale, sita in via Semmola, con il Circolo degi anziani al piano terra ed altri locali al piano superiore, in parte sede della Pro Loco, fu acquistata dal Comune di Brusciano il 12 settembre 1837. Il Sindaco di allora, Michele Cassano, in carica dal 1835 al 1840, ne ottenne la proprietà, con l'autorizzazione di Ferdinando di Borbone e il pagamento di 400 Ducati a favore di Francesco Saverio Porcaro. L'immobile venne destinato a Casa Comunale e sede del Corpo delle Guardie e per oltre un secolo fu destinato a tale uso. Nel 1874 risultavano impiegati: un segretario, un vice segretario ed un servente comunale e regolatore del pubblico orologio. Come salariati vi erano: il custode del camposanto, il predicatore quaresimale, l'organista, il sagrestano, il maestro, la maestra, l'infermiere ed il medico condotto.

Degna di nota è, infine, la Croce di Casaromano, fondata il 4 ottobre del 1884 e posta proprio nel gomito interno di Casaromano, oggi Via Giovanni Esposito, giovane militare, caduto prima della II Guerra Mondiale. Il 1° maggio del 1999, l'edicola sacra nonché la Croce in legno, furono riconsegnate al culto popolare dopo il restauro dell'esperto Giovanni Ortica, a spese del Comune di Brusciano. Alla presenza di fedeli e laici, fu officiato il rito della benedizione con Don Michele Lombardi, della Chiesa S. Maria delle Grazie ed il Nunzio Apostolico, Mons. Luigi Travaglino. La cittadinanza assisteva con il Sindaco, defunto, Dott. La Gatta Salvatore, e la Giunta Comunale.

La Festa dei Gigli: il paese si rigenera

La vita dell'antico borgo è allietata durante l'anno da una particolare manifestazione che richiama nel comune un gran numero di visitatori: la Festa dei Gigli. tale festa è la forma cristianizzata di antichi riti pagani, la cui origine risale al culto degli alberi. Le foreste primordiali, infatti, che coprivano l'Europa incutevano un sacro timore nei popoli antichi, per la cui cultura, il mondo, compresi alberi e piante, era percepito come divino e richiedeva una speciale integrazione con esso. Fra le tribù di razza finnica i culti pagani si celebravano essenzialmente nei boschetti sacri, che erano sempre recintati e, spesso, consistevano in una radura, o spiazzata, con pochi alberi sui quali, in tempi andati, veniva appesa la pelle delle vittime sacrificali. Il punto focale del boschetto, almeno per le tribù del Volga, era l'albero sacro: davanti ad esso si radunavano i fedeli e il sacerdote innalzava le sue preghiere; ai suoi piedi veniva immolata la vittima e, talvolta, i suoi rami servivano da pulpito. Nel boschetto era fatto divieto di segare il legno o spezzare un ramo e, in genere, le donne non venivano ammesse. Del resto anche nell'antica Roma nel foro, fulcro della vita romana, il fico ruminale, sacro a Romolo, fu venerato fino all'epoca imperiale; e quando il suo tronco inaridì , la città tutta ne rimase costernata". Di questo passato, molto lontano, troviamo dei residui in Lucania, dove, col Maggio di Accettura si celebra il rito del matrimonio fra due alberi, benedetto dalla religione ufficiale e San Giuliano. Lo stesso accade a Baiano in Campania nella Festa di Santo Stefano a fine anno.

In generale le origini della Festa dei Gigli, dunque, risalgono al V secolo d.C., quando dopo la morte di San Paolino, Vescovo di Nola, avvenuta il 22 giugno del 431, per ricordare la liberazione dalla schiavitù patita in Africa ad opera dei Goti nel 410 d.C., i nolani pensarono di istituzionalizzare l'evento attraverso questa festività.

Nei secoli si è passato dagli omaggi floreali alla macchina da festa come la vediamo oggi.

In tempi più recenti e, precisamente, dal 1875 anche Brusciano crea la sua Festa dei Gigli, per ricordare il miracolo di Sant'Antonio avvenuto il 13 giugno di quell'anno. È possibile vedere la sfilata dei gigli, nel nostro paese, l'ultima domenica di agosto di ogni anno. Il forte agonismo che si sprigiona fra le paranze che portano a spalle i gigli lungo il percorso cittadino, è ammesso giusto nel tempo extra-ordinario della festa, durante la quale si svolgono anche riti di iniziazione e di ricambio generazionale.

Dr. Antonio Castaldo

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