dott. Antonio Castaldo, sociologo e giornalista, Brusciano, Italia.
"A Passo Lento tra Arte, Storia e Memoria" (2)
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La piazza sottostante, lo stesso municipio, l’esattoria comunale, il circolo dell’Unione, l’otto giugno del 1959 furono lo scenario della rivolta dei contadini per l’abbassamento del prezzo delle patate, loro unica fonte di sostentamento, comprate a 6 lire al chilo alla produzione e rivendute a 35 lire sul mercato. Gli scontri con la polizia portarono a 100 arresti, oltre a numerosi feriti, tutti provenienti dai paesi che stiamo attraversando con questa camminata.
Il primo incrocio stradale porta a sinistra al Convento dei francescani frati minori di San Vito e a destra alla Chiesa di S. Maria delle Grazie la cui costruzione della chiesa, a croce latina in un’unica navata e cinque cappelle per lato, risale all’anno 1000. Divenuta Collegiata nel 1494 ad opera di Alberigo da Carafa I feudatario di Marigliano, fu per volere dei Mastrilli, nel 1633, ulteriormente ampliata ed abbellita con tele di Domenico Antonio Vaccaro e di Ludovico Mazzanti. In essa hanno dimora le statue dei Santi Protettori Sebastiano, Rocco e Vito.
Il bellissimo basolato scuro, figlio della lavorazione della pietra lavica del Vesuvio permette un calpestìo solido accompagnato dalle linee poligonali che invitano a zigzagare sui blocchi posti in varie misure e con recenti azioni di bucciardatura che assicurano l’appoggio antisdrucciolo per i piedi.
Siamo giunti all’altezza di quello che fu il ponte sopra il lagno, ora coperto, cementificato e asfaltato, la cui origine è nella vasca dove il Monte Somma degrada in pianura. A questo punto i ricordi personali assumono l’immagine del libero sciamare di migliaia di ragazzi che nel “Giorno della scampagnata” occupavano gioioso quell’invaso, trionfo di prateria ad ogni primavera. L’imitazione dei giochi erano spesso le citazioni cinematografiche assunte dalla visione di western di quando si proiettava “ ‘o cinema ‘ncoppo ‘o ponte” nella sala ora diventata un centro commerciale.
Lasciandoci alle spalle il centro di Marigliano ci avviamo verso Mariglianella costeggiando l’opificio tipografico dell’Istituto Anselmi rigoroso esempio di attività religiose, sociali, formative e produttive di successo.
Più avanti, passando sotto Villa Galdi, una tristezza ci coglie osservando il vestito di perenne cantiere che da decenni avvolge quella maestosa, bella e colorata costruzione che ancora oggi ospita qualcuno di quella famiglia dedito alla ricerca, allo studio e alla divulgazione e tutela del nostro patrimonio di arte, storia e cultura.
Eccoci ora sfiorare Lausdomini, cogliendo per un momento il punto di fuga in fondo al corso Campano che ci conduce verso le distese del Ponte dei Cani lungo la rete dei regi lagni borbonici. Là fluiva il corso dello scomparso fiume Clanio e su quelle sponde si avvicendarono popoli dell’antica Campania Felix confrontandosi in sanguinose battaglie.
Entrati in Mariglianella, attraversando una macchia orientaleggiante di sei palme da datteri, con uno spicchio d’occhio si saluta la dismessa stazione della Circumvesuviana, l’ultima a portare il nome del paese scomparso poi del tutto dal nuovo faraonico tratto in sopraelevata, oltre il cimitero comunale, nella straniante dimensione di un “non luogo” postmoderno.
Alla prossima: A Passo lento tra Arte, Storia e Memoria (3)
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Monday, March 29, 2010
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