Sunday, October 3, 2010

Pensieri di Uno scrittore italiano: Marcello Colasurdo un Dioniso dell'Agro Pomiglianese (2)

che si confronta con coraggio con la globalizzazione del mondo.

dott Antonio Castaldo, Sociologo e giornalista, Brusciano, Italia.

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La crisi e la scissione maturò, guarda caso, proprio nel contesto globalizzato della scoperta e della gestione del patrimonio del repertorio di testi e musiche popolari, frammento della universale dimensione battezzata world music.

Il mondo del business internazionale lasciò delusi, amareggiati e arrabbiati, il Gropez E’ Zezi insieme al loro leader storico Angelo De Falco.

Nel 2000 Peter Gabriel ex cantante dei Genesis e creatore dei Real World Studios, dichiarò la sconcertante novità: “C'è una band che ha registrato nei nostri studi e il cui disco (che dovrebbe intitolarsi "lost souls") uscirà a settembre, chiamata Spaccanapoli. Vengono da Pomigliano D'Arco e sarà l'ultimo grande prodotto dell'Alfasud... Hanno una cantante che mi piace davvero molto.”

Ma è sempre bello rivederli insieme, Marcello ed il Gropez nelle jam session e nelle iniziative di impegno e di incontro che le comunità locali, le associazioni ed i comitati delle feste popolari e di rassegne musicali creano per la conoscenza e la fruizione del nostro patrimonio storico e culturale.

Ma torniamo allo spettacolo. Dal punto di vista musicale e canoro il contesto di apertura del “Global Dionysus in Napoli” è quello del pellegrinaggio alla Madonna di Montevergine durante il quale avviene il confronto fra l’abate, esclusivo custode dello spazio sacro, difende dall’invasione pagana delle cantate e delle tammurriate proposte da Marcello custode a sua volata della memoria popolare.

Lo scontro iniziale si tramuta in condivisione del ballo così sacro e profano si coniugano nell’antica unità che la cultura popolare non vuole perdere conservando le forme originali di una religiosità non istituzionalizzata però senza perdere la profondità del sentimento e la sincera relazione verticale con la dimensione divina tramite il mondo intermediario di santi e madonne.

Ecco che irrompe ancora Marcello: “Oh Madonna e tutt’e’ mamme ! Sorè, tenitece fede…” ed a seguire altre schegge dell’inteso unitario genere umano senza distinzioni di colori e culture, nel riconoscimento di una comune appartenenza: “Io so ghianco tu si niro, ma io so cchiù niro e te!”, fino al canto pacifista che sui ritmi del ballata antica innesta la denuncia delle attuali precarie condizioni mondiali: “… e Bush o’ mericano tene sempe e’ bombe a mano, leva a ‘ pace o’ munno sano!”.

Un momento davvero speciale si crea nel grumo di emozioni, suoni, canti, notizie, recitazione, lingua inglese e napoletana, musica hip hop e di tammorre nella luce flebile, nel silenzio totale, nel buio della Sala Assoli con i posti tutti esauriti ed il respiro trattenuto che attende la voce nuda del cantore.

La sofferta, partecipante e coinvolgente, vocalità di Marcello ci inchioda alla realtà, nell’offertorio del sacrificio delle morti sul lavoro, spesso nero che alimenta ancora oggi la conta delle morti bianche, quattro al giorno, come segnalato nella “Seconda Conferenza Nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro” svolta proprio a Napoli il 25 e 26 gennaio.

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miriammedina@earthlink.net
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