di dott Antonio Castaldo, Sociologo e giornalista, Brusciano, Italia
Quando nel 1990 Felice Giannino autore della raccolta di poesie, canzoni e memorie intitolata “Terra degli artisti”, pensando alla sua Brusciano dove era nato il 22 marzo del 1929, pensò di pubblicare tale opera, mi chiese di farne l’introduzione e curare quel lavoro per la stampa che finalmente, dopo tanti sacrifici, lo proponeva per l’ampia divulgazione.
Qualche giorno fa, da Pomigliano D’Arco dove risiedeva, è giunta la notizia della sua morte. In me che non posso fare a meno di ricordarlo, si raddoppia il dolore perché ho perso due settimane fa mio padre, Ciro, che con “Zio Felice” condivideva l’amicizia, una vita di sacrifici e di conquiste, e l’anno di nascita. Ora anche quello della morte.
In momenti come questi la calorosa ed affettuosa vicinanza di parenti, amici e conoscenti, cui va il sincero pensiero di ringraziamento, lenisce il dolore ed aiuta a proseguire lungo il corso della propria esistenza arricchita dalla memoria di chi ci ha lasciato e sostenuta dalla solidarietà comunitaria. Alla famiglia Giannino, alla signora Raffaella ed ai figli Pasquale e Roberto esprimo le condoglianze e di tutta Brusciano.
E dunque, ad un mese esatto prima dell’inizio della 135esima Festa dei Gigli di Brusciano, il poeta Felice Giannino viene a mancare. Personalmente lo voglio ricordare con le stesse parole della mia introduzione alla sua opera “Terra degli artisti” :
“Questo lavoro è il frutto di un incontro, tra il sottoscritto, individuo profondamente ‘compromesso’ con la realtà mass-mediologica di questo scorcio di fine millennio, ed un rappresentante della cultura popolare, i cui legami sono stati rimossi dalla coscienza di una vasta schiera di giovani in nome di una modernità figlia di una tradizione negata.
Mi piace aprire con un cenno polemico questo mio scritto di presentazione dell’opera di Felice Giannino, forse perché soggetto anch’io al ‘pentitismo’ che da un po’ di tempo a questa parte sembra invadere l’Italia, nei vari campi delle umane attività o forse è questa la vera motivazione: perché sono giunto ad una maturazione che mi permette di capire, solo ora, l’essenza di una forma d’arte tradizionale e di cultura popolare così peculiare come la “Festa dei Gigli di Brusciano”.
Voglio dunque dire grazie a Felice Giannino il quale, con le sue liriche e le sue ballate si fa continuatore di una tradizione, per gran parte trasmessa oralmente, ed insieme a lui menzionare i maestri di festa, i cullatori, gli autori di testi e musiche, i costruttori di carri e dei gigli ed il popolo che fornisce i mezzi finanziari per la realizzazione di tutto ciò. Personaggi che assumono dei nomi, e che richiamano dei volti, presenti nella breve “Storia di Brusciano” che il Giannino ha allegato a questa raccolta di poesie, pescando nel mare della memoria storica del paese e di quella personale, attingendo inevitabilmente al tempo andato del ‘c’era una volta’.
Felice Giannino fa parte di quella ristretta schiera di autori cui si rivolgono ogni anno i maestri di festa per ottenere i testi da musicare che rappresenteranno esclusivamente questo o quel giglio nella gara per le ‘canzoni’ e che lo accompagneranno in processione per tutta la durata della festa diventandone, insieme alle musiche, i segni distintivi. Una volta passata la festa, l’anno successivo, diventando patrimonio comune, le canzoni vengono poi impiegate scambievolmente e tra le più ricorrenti troviamo quelle di Felice Giannino il quale riconosce in Ninuccio Tramontano uno dei maggiori maestri del genere che Brusciano abbia mai avuto.
Continua alla pagina: (6B)
.
Wednesday, August 4, 2010
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment