dott Antonio Castaldo, Sociologo e giornalista, Brusciano, Italia.
(continua da pagina: 1)
Il folto amicale pubblico del “Teatro Gloria” di Pomigliano d’Arco ha apprezzato la messa in scena degli “Anormali da palcoscenico” applaudendo generosamente. Cito dunque tutti quanti, per la menzione d’onore, nel rigoroso ordine di presentazione redatto nella brochure ufficiale, personaggi ed interpreti, tecnici e consulenti: Donna Rosa, sorella di Pasquale Cimmaruta, Luigi Milosa; Maria, la cameriera, Angela Di Maio; Michele, il portiere, Fulvio Velotti; Matilde, moglie di Pasquale Cimmaruta, Rossana Mennone; Pasquale Cimmaruta, Simone Borrelli; Carlo Saporito, fratello di Alberto, Sergio Cusano; Alberto Saporito, Enzo Arena; un brigadiere, Vito Porricelli; Elvira, figlia di Pasquale Cimmaruta, Maria Merone; Luigi, figlio di Pasquale Cimmaruta, Marco Di Vaio; Capa d’angelo, Pasquale Toscano; Zì Nicola, Angelo Capone; Teresa Amitrano, moglie di Aniello, Maria Mosca; Aniello Amitrano, Marco La Montagna; Agente di P. S., Nicola Petruolo. Musiche originali di Angelo Capone e Luigi Fusco; Consulenza artistica di Angelo Capone; Consulenza tecnica di Vito Porricelli e Nicola Petruolo; Aiuto regista, Fulvio Velotti; Assistente di scena, Luigi Fusco. Regia di Enzo Arena. La rappresentazione teatrale è stata dedicata a Sebastiano Cerciello, detto “Zio Bruno”, poeta dialettale del mondo fantasmagorico della Festa dei Gigli di Brusciano.
Ai giovani che si sono impegnati in questo lavoro teatrale voglio testimoniare la mia stima e consegnare loro un mio personale ricordo edoardiano. A Montalcino, provincia di Siena, il 9 luglio del 1983, con la conferenza spettacolo “L’Attore e la Tradizione” Eduardo De Filippo fece la sua ultima apparizione teatrale in pubblico. Io ebbi il piacere di assistervi, quale partecipante ai seminari formativi del “Festival Internazionale d’Arte Montalcino Teatro Stage’83” dedicato alla “Tradizione Teatrale Italiana”, prodotto con il patrocinio dell’Istituto del Teatro e dello Spettacolo Università di Roma, con la cura dei docenti Ferruccio Marotti e Paola Quarenghi, e la collaborazione della Regione Toscana, la Provincia di Siena, il Comune di Montalcino ed il Ministero del Turismo e dello Spettacolo.
Di quel momento serbo uno scatto fotografico in bianco e nero e la dedica del maestro “in ricordo”, per me e per ognuno di quel manipolo di allievi provenienti da tutta Italia, accorsi a perfezionarsi nell’arte del teatro.
Dai materiali lasciateci in dote con quella irripetibile esperienza traggo uno stralcio: “Anche se da giovani ci sentiamo la forza di sollevare il mondo e farlo girare a modo nostro, non vi pare che la forza di miliardi di esperienze fatte da altri che poi sono noi, perché uomini come noi ci possano aiutare? Io sono convinto di sì. E sono convinto che perfino per confutare un’esperienza del passato e negarla, questa esperienza bisogna averla approfondita e perfino amata. Se si usa la vita che continua, la tradizione nel modo giusto, essa ci può dare le ali. Certo se ci si ferma al passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo come di un trampolino, salteremo molto più in alto che se partissimo da terra”. Parola di Eduardo.
dott. Antonio Castaldo
December 24, 2010
per contattare: miriammedina@earthlink.net
.
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Il folto amicale pubblico del “Teatro Gloria” di Pomigliano d’Arco ha apprezzato la messa in scena degli “Anormali da palcoscenico” applaudendo generosamente. Cito dunque tutti quanti, per la menzione d’onore, nel rigoroso ordine di presentazione redatto nella brochure ufficiale, personaggi ed interpreti, tecnici e consulenti: Donna Rosa, sorella di Pasquale Cimmaruta, Luigi Milosa; Maria, la cameriera, Angela Di Maio; Michele, il portiere, Fulvio Velotti; Matilde, moglie di Pasquale Cimmaruta, Rossana Mennone; Pasquale Cimmaruta, Simone Borrelli; Carlo Saporito, fratello di Alberto, Sergio Cusano; Alberto Saporito, Enzo Arena; un brigadiere, Vito Porricelli; Elvira, figlia di Pasquale Cimmaruta, Maria Merone; Luigi, figlio di Pasquale Cimmaruta, Marco Di Vaio; Capa d’angelo, Pasquale Toscano; Zì Nicola, Angelo Capone; Teresa Amitrano, moglie di Aniello, Maria Mosca; Aniello Amitrano, Marco La Montagna; Agente di P. S., Nicola Petruolo. Musiche originali di Angelo Capone e Luigi Fusco; Consulenza artistica di Angelo Capone; Consulenza tecnica di Vito Porricelli e Nicola Petruolo; Aiuto regista, Fulvio Velotti; Assistente di scena, Luigi Fusco. Regia di Enzo Arena. La rappresentazione teatrale è stata dedicata a Sebastiano Cerciello, detto “Zio Bruno”, poeta dialettale del mondo fantasmagorico della Festa dei Gigli di Brusciano.
Ai giovani che si sono impegnati in questo lavoro teatrale voglio testimoniare la mia stima e consegnare loro un mio personale ricordo edoardiano. A Montalcino, provincia di Siena, il 9 luglio del 1983, con la conferenza spettacolo “L’Attore e la Tradizione” Eduardo De Filippo fece la sua ultima apparizione teatrale in pubblico. Io ebbi il piacere di assistervi, quale partecipante ai seminari formativi del “Festival Internazionale d’Arte Montalcino Teatro Stage’83” dedicato alla “Tradizione Teatrale Italiana”, prodotto con il patrocinio dell’Istituto del Teatro e dello Spettacolo Università di Roma, con la cura dei docenti Ferruccio Marotti e Paola Quarenghi, e la collaborazione della Regione Toscana, la Provincia di Siena, il Comune di Montalcino ed il Ministero del Turismo e dello Spettacolo.
Di quel momento serbo uno scatto fotografico in bianco e nero e la dedica del maestro “in ricordo”, per me e per ognuno di quel manipolo di allievi provenienti da tutta Italia, accorsi a perfezionarsi nell’arte del teatro.
Dai materiali lasciateci in dote con quella irripetibile esperienza traggo uno stralcio: “Anche se da giovani ci sentiamo la forza di sollevare il mondo e farlo girare a modo nostro, non vi pare che la forza di miliardi di esperienze fatte da altri che poi sono noi, perché uomini come noi ci possano aiutare? Io sono convinto di sì. E sono convinto che perfino per confutare un’esperienza del passato e negarla, questa esperienza bisogna averla approfondita e perfino amata. Se si usa la vita che continua, la tradizione nel modo giusto, essa ci può dare le ali. Certo se ci si ferma al passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo come di un trampolino, salteremo molto più in alto che se partissimo da terra”. Parola di Eduardo.
dott. Antonio Castaldo
December 24, 2010
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